Una product roadmap è uno strumento di comunicazione prezioso per qualsiasi product manager e può aiutarvi a gestire con successo il vostro processo di sviluppo. In questo articolo, discuteremo le migliori pratiche per creare una roadmap efficace ed evitare errori comuni.
Cos’è una product roadmap?
La product roadmap è uno strumento condiviso all’interno del product team che delinea la visione, obiettivi e progresso di un prodotto nel tempo. Il termine roadmap si traduce letteralmente come mappa stradale e l’idea iniziale era appunto questa: fornire al team un punto di arrivo e un’idea di quali strade possano portare all’obiettivo.
Purtroppo molte roadmap hanno perso di vista lo scopo iniziale e oggi assomigliano più a dei diagrammi di Gantt. Questo strumento funziona in industrie affermate con processi di produzione consolidati, ad esempio nel manifatturiero. Si adatta invece male all’ambiente incerto e in rapido cambiamento in cui nasce la maggior parte dei prodotti digitali.
Adottare un processo così rigido porta spesso i team a dimenticare il loro obiettivo principale – risolvere il problema dell’utente – e finire sommersi da una lista infinita di nuove funzionalità da creare. Il feedback che viene raccolto dai prodotti già lanciati non può essere integrato per migliorarle, poiché il team sta già sviluppando il prodotto successivo.
Il risultato è spesso una corsa contro il tempo per raggiungere obiettivi che non portano risultati. Nessuno è contento: il management perché le scadenze non vengono rispettate, il team degli sviluppatori perché lavora come in una catena di montaggio e l’utente poiché il prodotto non gli risolve il problema.
Seguire una tale roadmap, per tornare all’analogia della mappa stradale, è come intraprendere un viaggio con diverse tappe, ma focalizzarsi solo sul tempo di percorrenza. È come se, una volta scaduto il tempo per raggiungere una tappa, cambiassero strada per arrivare alla successiva senza mai aver raggiunto la prima. Alla fine del viaggio saranno pure arrivati da qualche parte, ma senza raggiungere tutti gli obiettivi. Il buon senso suggerisce invece di prendere strade laterali per evitare il traffico e raggiungere ciascuna destinazione, anche se con un po’ di ritardo.
Perché la product roadmap spesso non funziona?
La product roadmap è principalmente uno strumento di comunicazione e il suo scopo è mantenere team e stakeholder allineati sullo sviluppo di un prodotto.
Purtroppo per quasi tutti i prodotti digitali è impossibile stimare con accuratezza grosse funzionalità con largo anticipo. Nonostante questo la maggioranza dei team si ostina a farlo – talvolta senza nemmeno coinvolgere gli sviluppatori!
Il risultato è prevedibile: all’ultimo Sprint prima del lancio il team si vede costretto ad ammettere che non riuscirà a finire il lavoro per tempo. Deciderà quindi o di posticipare il lancio, incorrendo nelle ire del management e degli stakeholder, o di finire in fretta e lanciare un prodotto di pessima qualità, assicurandosi il malcontento degli utenti.
È chiaro come questo circolo vizioso non possa portare beneficio a nessuno. Ma come evitarlo?
Come creare una product roadmap di successo
Per prima cosa bisogna cambiare il modo in cui si pensa alla product roadmap, e focalizzarsi sui problemi, anziché sulle soluzioni. Poiché viene definita con largo anticipo, al momento di costruire il prodotto la soluzione potrebbe non essere più rilevante. Il compito principale del product manager resta risolvere il problema dell’utente. Se questo problema non esiste più o la soluzione per risolverlo non è più attuale costruirla sarà solo una perdita di tempo.
Un altro aspetto importante è includere nella roadmap tutte le fasi fondamentali per la riuscita di un buon prodotto. Queste includono la ricerca sull’utente, test, e iterazioni in seguito ai feedback ricevuti. Riservare del tempo per queste attività fornisce una stima più realistica dei tempi di realizzazione. Inoltre evita di creare nuovi prodotti senza prima assicurarci che quelli già lanciati stiano risolvendo il problema per cui sono stati creati.
Spesso infatti il team si propone di affrontare le azioni guidate dal feedback al prossimo update della roadmap. La roadmap è rivista 2-4 volte all’anno, che è troppo poco per far fronte ad un ambiente in continuo cambiamento. Quando il team è più concentrato sui processi aziendali e sul rispetto delle scadenze che sulla creazione di valore per un utente, iniziano le difficoltà. Il rischio è di restare invischiati nei dettagli della soluzione e perdere di vista perché si sta costruendo qualcosa.
Una roadmap che funziona: la problem roadmap
Una soluzione al problema è proposta da Melissa Perri, CEO di Produx Lab, che consiglia di adottare una problem roadmap, focalizzata sui problemi degli utenti anziché sulle soluzioni pensate per risolverli.
Questo cambio di prospettiva permette di concentrarsi su ciò che conta, ovvero l’utente e il suo problema, ed evitare di perdersi nei dettagli di una soluzione. Questo approccio risolve inoltre molte delle incomprensioni con gli stakeholders: se una funzionalità non è chiaramente definita, non potrà nemmeno essere promessa ad un cliente.
Analizziamo ora con un esempio fittizio come funziona questa roadmap. La startup “Giralamoda” è una piattaforma online che vende abbigliamento, scarpe e accessori. La sua visione è diventare la più grande piattaforma di moda in Europa entro i prossimi 5 anni.
La visione è in cima alla nostra roadmap e assicura che il prodotto che stiamo creando sia in linea con gli obiettivi aziendali. La strategia di prodotto (tema per un altro post) fornirà invece le sfide e i risultati necessari per realizzare la visione. Questi sono anche chiamati rispettiavamente Objective e Key results (OKR) in molte aziende.
A questo punto entrano in gioco di diversi team. Ciascuno si focalizzerà su un punto e cercherà di raggiungere il risultato desiderato risolvendo un problema dell’utente. Per questo motivo, anziché elencare delle funzionalità, la roadmap include delle ipotesi.
Ad esempio, per incrementare le conversioni mensili il team B punta a semplificare il processo di checkout. Anziché elenacare le funzionalità che porteranno a questo risultato (ad esempio: aggiungere funzionalità “check out veloce”) il prodotto è descritto in termini di un problema da risolvere. Questo eprmetterà al team di cambiare rotta e trovare altre soluzioni nel caso quella pianificata non funzioni.
A questo scopo la roadmap include lo status. Questo campo permette di capire a che punto del product lifecycle si trova il team e con che grado di certezza la soluzione sarà implementata. Inoltre, chiarisce gli obiettivi di lancio: in fase di scoperta, quando il problema non è ancora stato validato, il focus è sperimentare ed imparare. Nella fase in cui problema e soluzione sono già stati validati, il focus è fornire un prodotto che funzioni bene e abbia valore per l’utente.
La roadmap aziendale dovrebbe spaziare dai 6 mesi ai 2 anni, mentre quelle dei singoli team hanno uno scopo più contenuto, in genere tra i 3 mesi e i 6 mesi.
La product roadmap di ciascun team dovrà includere in maniera chiara e visibile anche le fasi di ricerca e test del prodotto. Più ci si avvicina alla data segnata nella roadmap, più dettagliate saranno le informazioni riguardanti lo sviluppo del prodotto, incluse le funzionalità.
Conclusioni
È importante ricordare che la roadmap è innanzitutto uno strumento di comunicazione. Il suo compito principale è mantenere i team allineati e diretti verso lo stesso obiettivo.
La roadmap è un documento dinamico e perciò deve essere agggiornata con regolarità. Se un’ipotesi non è valida, aggiornala. Se un obiettivo è cambiato, aggiornalo. Non ha senso lottare per aggirare una roadmap che non funziona per te e il tuo team.